ANSA
15 settembre 2015
"Prendere definitivamente atto che la condizione del patrimonio abitativo e' pessima, che le periferie sono invivibili, che la prima Spending Review da fare e' quella energetica". Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel documento 'Proposte per una politica di rigenerazione urbana e degli edifici', messo a punto dal Consiglio nazionale degli architetti, congiuntamente a Legambiente, e inviato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
Il documento ricorda anche "che la garanzia del nostro debito pubblico e' il risparmio degli italiani" per la "meta'" fatto da immobili. In tema di sostituzione edilizia, ossia demolizione e ricostruzione di edifici, nel testo si evidenzia che "in Italia i brutti e malconci edifici delle periferie e dei sobborghi non vengono rottamati perche' con le norme attuali e' impossibile farlo". A riguardo il rapporto spiega che "per demolire un edificio e ricostruirlo, a parita' di volume e superficie utile, bisogna chiedere un permesso di demolizione e poi uno per nuova costruzione". Per il presidente degli architetti italiani, Leopoldo Freyrie, "al pari con tutti gli altri Paesi occidentali, che prevedono normalmente la sostituzione edilizia", interventi di rigenerazione "rilancerebbero anche l'edilizia italiana con effetti importanti sul Pil e sull'occupazione.
Una politica di questo tipo attuata in Francia e in Germania ha dimostrato (come confermato dai rapporti dell'Anru francese e della Kfw tedesca) che ogni euro di incentivo investito dallo Stato ha prodotto tre euro di ritorno nelle casse pubbliche in termini di tasse e di diminuzione di costi sociali", chiude Freyrie.
Edilizia: architetti, serve politica innovativa, spinta per il Pil
Adnkronos/Labitalia
15 settembre 2015
"Prendere definitivamente atto che la condizione del patrimonio abitativo è pessima; che le periferie sono invivibili; che la prima 'spending review' da fare è quella energetica e che la garanzia del nostro debito pubblico è il risparmio degli italiani di cui la metà è costituita da immobili; che se vogliamo salvaguardare questo patrimonio serve occuparsene e anche molto in fretta. Questo il cambiamento di verso necessario per l'habitat delle città e per l'edilizia e che passa inevitabilmente attraverso una forte innovazione negli approcci alle politiche di questo settore".
E' questo il filo conduttore del documento 'Proposte per una politica di rigenerazione urbana e degli edifici', realizzato congiuntamente a Legambiente, che il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ha consegnato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. In tema di sostituzione edilizia, ossia la demolizione e ricostruzione di edifici - la più innovativa tra le proposte presentate - il documento ricorda che "in Italia i brutti e malconci edifici delle periferie e dei sobborghi non vengono rottamati perché con le norme attuali è impossibile farlo: infatti, per demolire un edificio e ricostruirlo a parità di volume e superficie utile, bisogna chiedere un permesso di demolizione e poi uno per nuova costruzione'".
"Essendo la sostituzione classificata come nuova costruzione, essa ricade - si avverte - nelle prescrizioni di densità dei piani urbanistici, normalmente molto più bassi di quando l'edificio è stato costruito: se si demolisce un edificio esistente - ricorda il documento - la volumetria realizzabile diminuisce del 30%. Si devono ripagare gli oneri di urbanizzazione anche se essi sono stati già pagati in origine. Vi sono poi gli oneri di costruzione". "E' evidente quindi - ricordano ancora architetti e ambientalisti - che nessun condominio o operatore ha interesse a 'rottamare' e preferendo operare con ristrutturazioni o manutenzioni che non ottengono praticamente mai il risultato di migliorare sensibilmente la qualità dell'habitat".
"Per favorire la rottamazione di edifici che non garantiscono più la sicurezza o qualità dell'abitare, che sono in classe energetica E, F o G o sono inadeguati dal punto di vista sismico o del rischio idrogeologico o comunque a 'fine vita', la proposta è -continuano Legambiente e professionisti- che la demolizione e ricostruzione di un edificio a fini residenziali, all'interno della medesima proprietà, di pari volumetria e superficie utile, non venga considerata nuova costruzione ai sensi del dpr 380/2001 e quindi sia sottoposta a oneri solo sulla eventuale parte eccedente alla volumetria precedente, laddove realizzabile ai sensi delle norme urbanistiche vigenti". "L'intervento di sostituzione - sottolinea ancora il documento - sarà realizzabile solo laddove si realizzi un edificio di classe energetica A e consumo di suolo pari o minore del precedente".
"Una tale innovazione -sottolinea il presidente degli architetti italiani, Leopoldo Freyrie- non solo ci metterebbe alla pari con tutti gli altri Paesi occidentali, che prevedono normalmente la sostituzione edilizia, ma rilancerebbe anche l'edilizia italiana con effetti importanti sul Pil e sulla occupazione".
"Una politica di questo tipo attuata in Francia e in Germania ha dimostrato, come confermato dai rapporti dell'Anru francese e della Kfw tedesca, che ogni euro di incentivo investito dallo Stato ha prodotto 3 euro di ritorno nelle casse pubbliche in termini di tasse e di diminuzione di costi sociali", conclude.
Periferie e patrimonio immobiliare: intervenire con demolizioni e ricostruzioni secondo gli Architetti
Il Ghirlandaio
15 Settembre 2015
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha consegnato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio una serie di richieste di intervento sul patrimonio abitativo e sulle città. I principi, espressi all’interno delle “Proposte per una politica di rigenerazione urbana e degli edifici” è stato realizzato insieme a Legambiente e auspica una “spending review” energetica, la salvaguardia del patrimonio immobiliare, che oggi costituisce il risparmio degli italiani.
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vai alla pagina web di ilghirlandaio.com con il testo dell'articolo
Sostituzione edilizia, Architetti e ambientalisti chiedono una revisione normativa
In una lettera al Ministro Delrio, CNAPPC e Legambiente chiedono che la demolizione e ricostruzione di un edificio a fini residenziale non venga considerata nuova costruzione
casaeclima.com
15 Settembre 2015
Prendere definitivamente atto che la condizione del patrimonio abitativo è pessima; che le periferie sono invivibili; che la prima “spending review” da fare è quella energetica e che la garanzia del nostro debito pubblico è il risparmio degli italiani di cui la metà è costituita da immobili; che se vogliamo salvaguardare questo patrimonio serve occuparsene e anche molto in fretta. Questo il cambiamento di verso necessario per l’habitat delle città e per l’edilizia e che passa inevitabilmente attraverso una forte innovazione negli approcci alle politiche di questo settore.
E’ questo il filo conduttore del Documento “Proposte per una politica di rigenerazione urbana e degli edifici”(IN ALLEGATO) - realizzato congiuntamente a Legambiente - che il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha consegnato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
vai alla pagina web di casaeclima.com con il testo dell'articolo
Da architetti e ambientalisti una proposta di legge per la rigenerazione urbana
Consiglio Nazionale Architetti e Legambiente al Ministro Delrio: ‘dalla sostituzione edilizia importanti effetti su Pil e occupazione’
edilportale.com
16 settembre 2015
Rossella Calabrese
Prendere definitivamente atto che la condizione del patrimonio abitativo è pessima, che le periferie sono invivibili, che la prima “spending review” da fare è quella energetica e che la garanzia del nostro debito pubblico è il risparmio degli italiani, la metà del quale è costituita da immobili, e che se vogliamo salvaguardare questo patrimonio serve occuparsene e anche molto in fretta.
È questo - secondo architetti e ambientalisti - il cambiamento di verso necessario per l’habitat delle città e per l’edilizia e che passa inevitabilmente attraverso una forte innovazione negli approcci alle politiche di questo settore.
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