Il Sole 24Ore
12 agosto 2015
Alessia Tripodi
Vincono prestigiosi premi internazionali di architettura e concorsi di progettazione, esportano il design made in Italy fino in Cina e puntano sulla riqualificazione urbana. Gli architetti italiani di punta godono di buona salute e, stando ai risultati raggiunti nell'ultimo anno, sono sempre più pronti a reinventarsi per sfidare la crisi, esplorando un mercato che, una volta scavalcata la dimensione interna ancora zoppicante, è globale e dove, dunque, l'internazionalizzazione è la parola d'ordine. Sono finiti i tempi in cui l'architettura italiana era rappresentata solo da Renzo Piano e Massimiliano Fuksas: oggi il design italiano da esportazione ha tanti volti, compresi quelli di under 40 e 50 noti in Europa e nel mondo.
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Non ultimo, se non in ordine cronologico, il premio Cappochin 2015, che ha “incoronato” progetti dedicati al paesaggio, mettendo sul podio, oltre al «El Valle Trenzado», dello spagnolo Francisco Leiva Ivorra, anche la riqualificazione urbana a Mestre degli italiani Paolo Miotto e Mauro Sarti, Archipiùdue.
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