ANSA
22 luglio 2015
Il principio della tutela del paesaggio, dei beni culturali e dell'ambiente deve coniugarsi con il riutilizzo del patrimonio dei territori. Questa la sollecitazione del Consiglio nazionale degli architetti, in occasione della ripresa dei lavori, oggi in Commissione Affari costituzionali al Senato, del Disegno di legge sulla riorganizzazione della Pubblica amministrazione. Secondo l'ordine dei professionisti, infatti, "porre dei limiti temporali al principio dell'autotutela della Pa, come fa il Ddl Madia, ove cio' non arrechi danno al patrimonio artistico, culturale e ambientale, significherebbe porre fine al paradosso che vede il nostro Paese avere il maggior numero di vincoli e di regole, rispetto agli altri Paesi europei, che riguardano la tutela del territorio, ma che registra, al contempo, un livello inaccettabile di abusivismo edilizio, di ferite inferte ai paesaggi e di incuria". Quel che serve, proseguono gli architetti, e' "una semplificazione vera e controllata, che dia fiducia alle capacita' dei progettisti e al buon senso degli amministratori locali", un percorso che puo' "creare le premesse per interventi di riuso, che puntino a valorizzare il patrimonio edilizio diffuso e i tessuti urbani degradati anche sotto il profilo ambientale, energetico e della sicurezza, cosi' come a tutelare i borghi e i centri storici?, si chiude la nota.
ItaliaOggi
23 luglio 2015
Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori si è espresso sul ddl Madia sulla pubblica amministrazione. ''Il principio della tutela del paesaggio, dei beni culturali e dell'ambiente, peraltro sancito dalla nostra Costituzione, va sempre perseguito e in tal senso gli architetti italiani si sono sempre battuti con forza. Con altrettanta forza, va però sottolineato come sia assolutamente indispensabile e indifferibile procedere a una serie di semplificazioni, anche in materia di tutela, rispetto a molte procedure che rendono i processi autorizzativi lunghi, costosi e complessi".
Pa: architetti, semplificazioni anche in materia tutela paesaggio
Adnkronos/Labitalia
22 luglio 2015
''Il principio della tutela del paesaggio, dei beni culturali e dell'ambiente, peraltro sancito dalla nostra Costituzione, va sempre perseguito e in tal senso gli architetti italiani si sono sempre battuti con forza. Con altrettanta forza, va però sottolineato come sia assolutamente indispensabile e indifferibile procedere a una serie di semplificazioni, anche in materia di tutela, rispetto a molte procedure che rendono i processi autorizzativi lunghi, costosi e complessi". Così il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori sul ddl Madia sulla pubblica amministrazione.
"Fatta salva l'inderogabile necessità di tutelare i beni monumentali di pregio, oggi in Italia sono sottoposti a vincolo culturale e ambientale - ricorda - moltissimi edifici che hanno quale principale caratteristica l'anzianità o la prossimità a un corso d'acqua, così come è possibile procedere all'annullamento o alla revoca della Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, per 'autotutela', invocando l'interesse pubblico".
"Ciò - avverte - a tutto discapito, ad esempio, della bancabilità di qualsivoglia progetto. Tale situazione, se non affrontata in modo adeguato, rischia di mantenere per molti anni ancora il nostro Paese in una situazione di paludoso immobilismo''. ''Porre dei limiti temporali al principio dell'autotutela della P.a., come fa il ddl Madia, ove ciò non arrechi danno al patrimonio artistico, culturale e ambientale, significherebbe porre fine al paradosso - dice - che vede il nostro Paese avere il maggior numero di vincoli e di regole, rispetto agli altri Paesi europei, che riguardano la tutela del territorio, ma che registra, al contempo, un livello inaccettabile di abusivismo edilizio, di ferite inferte ai paesaggi e di incuria proprio riguardo alla valorizzazione del nostro impareggiabile patrimonio culturale''.
''Una semplificazione vera e controllata - continua il Consiglio nazionale - che dia fiducia alle capacità dei progettisti e al buon senso degli amministratori locali può invece creare le premesse per interventi di riuso che puntino a valorizzare il patrimonio edilizio diffuso e i tessuti urbani degradati anche sotto il profilo ambientale, energetico e della sicurezza, così come a tutelare i borghi e i centri storici''.
''Cambiano urbanistica e architettura: altrettanto deve cambiare l'approccio alla tutela, valorizzando i principi di riuso dell'esistente e coniugando la tutela di edifici e paesaggi con la vita contemporanea'', conclude.