Corriere della Sera 
18 luglio 2015
Dario Di Vico

  

Si tiene oggi a Roma un’importante manifestazione nazionale dei lavoratori edili, indetta ancora una volta dalle confederazioni Cgil-Cisl-Uil per portare giustamente all’attenzione di un’opinione pubblica più vasta la condizione di crisi profonda del settore. In fondo se il Pil non riparte alla velocità che tutti auspichiamo è anche a causa dell’industria mattone che resta ferma. Non dimentichiamo che l’intero comparto dell’immobiliare made in Italy ovvero la somma degli investimenti in costruzioni più la spesa per affitti e per servizi agli intermediari rappresentava, all’inizio della Grande Crisi, un quinto del Pil e il 60% della ricchezza delle famiglie italiane. Farne a meno è impossibile, anche perché dietro questi numeri c’è una quantità enorme di posti di lavoro che sono andati persi. (...)

Meglio ancora sarebbe individuare, in tempi non biblici, un modello di business per il mattone post crisi. Non è un’operazione impossibile se si parte dalla ricognizione del reale e da alcuni presupposti corretti come la vetustà dei fabbricati cittadini (i tecnici li definiscono a «fine vita»), la possibilità di demolire/ricostruire l’esistente e l’obiettivo del massimo riuso del patrimonio edilizio a cominciare da tutti gli spazi lasciati liberi dalle attività manifatturiere che hanno chiuso. (...)

Un’ultima considerazione di un qualche interesse investe la bolletta energetica: riammodernando gli edifici è possibile generare un risparmio delle famiglie stimato complessivamente in 25 miliardi. Ogni anno. Ergo, ci sono tutte le condizioni per ragionare in termini nuovi. Bisogna crederci, anche per dare risposte agli edili in piazza. 

 

 

Edili, la rabbia in piazza “Crescono gli incidenti nuove leggi sul lavoro”

Manifestazione dei sindacati per sostenere l’apertura dei cantieri e sollecitare la riforma della legge Fornero sui pensionamenti

la Repubblica - Roma
19 luglio 2015
Luisa Grion

 

Cambiare la riforma Fornero: nei cantieri edili ci sono sempre più ultrasessantenni che s’inerpicano sui ponteggi e giovani di trenta che lavorano in nero o tutelati solo da un voucher. Fra i tanti guai dell’edilizia, uno dei settori più massacrati dalla crisi (800 mila posti di lavoro perduti, 70 mila imprese chiuse, 58 miliardi di fatturato andati in fumo), c’è anche un aumento della mortalità sui luoghi di lavoro. (...)

Ecco perché ieri in piazza a Roma, gli edili di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di cambiare la Fornero introducendo flessibilità in uscita senza penalizzazioni (...) Uniti nel chiedere più legalità, più trasparenza, più investimenti e più lavoro perché l’edilizia è settore trainante e ha bisogno di interventi pubblici. «Da anni si annuncia l’apertura di cantieri, ma i cantieri non ci sono», protestano i sindacati. Tanto più che le cifre sono stanziate, le operazioni individuate (dagli interventi sull’edilizia scolastica a quelli sulla sicurezza idrogeologica), ma i lavori sono fermi. (...)

 

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