Il Sole 24Ore
28 giugno 2015
Gabriele Neri
L’architettura di Daniel Libeskind è un disastro. O più precisamente, parafrasando le parole di Aldo Rossi, una sorta di disastro formale prodotto da un intreccio di elementi mentali, matematici e speculativi, che ormai è diventato la cifra stilistica inconfondibile dell’architetto polacco. Tutti riconoscono gli spigoli appuntiti e le contorsioni a zig-zag dei suoi edifici, oggi richiesti a ogni latitudine e per ogni scopo.
L’antologia pubblicata da Quodlibet, nella quale sono radunati scritti e disegni composti dalla fine degli anni Settanta, permette di analizzare con maggiore profondità l’origine e la sostanza di questo tormentato universo geometrico.
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Daniel Libeskind, La linea del fuoco. Scritti, disegni, macchine, a cura di Dario Gentili, Quodlibet, Macerata, pagg. 280, € 25,00