Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio – settimanale
9 maggio 2015
Alessandro Arona
Il project financing per le opere pubbliche è malato. Sono finiti i tempi dell’entusiasmo acritico per la partecipazione dei privati nella realizzazione delle opere pubbliche (concessione di costruzione e gestione), e la crisi emerge da due dati: il crollo di bandi e aggiudicazioni da una parte, e la riclassificazione fatta dall’Istat dei Ppp degli ultimi anni, dove emerge che oltre due terzi (in valore) erano project financing “fasulli”, fuori dalle regole europee.
Partiamo da quest’ultimo dato. A rivelarlo è il ministero dell’Economia, all’interno dello studio «A focus on Ppp in Italy» reso noto il 7 maggio. In base alle regole Eurostat 2004 i partenariati pubblico-privati sono davvero tali, e dunque il costo di investimento può essere classificato “fuori bilancio”, senza impatto sui conti pubblici (e Patti di Stabilità) di Stati ed enti locali, solo se c’è un vero trasferimento ai concessionari privati di almeno due dei tre seguenti rischi: 1) costruzione; 2) mercato (introiti da tariffe o pedaggi); 3) disponibilità (canoni variabili pagati dalla Pa in base a parametri di qualità).
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