Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
7 aprile 2015
Giorgio Santilli
Da tempo spending review e riforma della Pa sono al centro dell'agenda politica, ma, almeno nel settore degli appalti, finora si è eluso il nodo: quali sono le funzioni necessarie della Pa e quali quelle che vanno lasciate a un mercato trasparente e ben regolato? È possibile ridurre il perimetro della sfera (e della spesa) pubblica garantendo e rafforzando alcuni presidi fondamentali che garantiscano risultati più efficienti?
Il settore dei lavori pubblici - martoriato dalle inchieste per corruzione e ancor più dagli sprechi creati da costi eccessivi, tempi incerti e migliaia di opere incompiute - dovrebbe poter contare sulle risposte a questi quesiti già oggi. Spending review e riforma della struttura della Pa si intrecciano strettamente, in questo campo, con altri due appuntamenti decisivi di queste settimane: la riforma del codice degli appalti e il recepimento delle direttive europee 23, 24 e 25 del 2014 che stanno ridefinendo regole e assetti di mercato in tutta Europa. Si aggiunga a tutto questo la quarta rivoluzione industriale che sta portando in questo settore la rivoluzione digitale (attraverso il Building Information Modeling o Bim) consentendo abbattimenti di costi dell'ordine del 30%.
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