Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 

3 aprile 2015
Pierluigi Mantini

 

Gli appalti pubblici sono nell'occhio del ciclone e delle inchieste, la sfida delle infrastrutture in Italia resta aperta e difficile.

Il recepimento delle nuove direttive europee sui contratti pubblici può rappresentare un'occasione decisiva per riformare in modo profondo il settore degli appalti pubblici e delle concessioni in Italia. Nella "Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" il contributo degli appalti pubblici è ritenuto essenziale in considerazione della rilevante quota del prodotto interno lordo europeo destinata agli acquisti di beni, lavori e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni. Le direttive europee contengono significative novità nella direzione della semplificazione normativa e delle procedure al fine dell'utilizzo strategico degli appalti per una crescita sostenibile. Saprà l'Italia approfittarne per risolvere i suoi nodi storici, intricati in quel groviglio di leggi che già Massimo Severo Giannini definì "enigmistica giuridica"? Molte norme ma scarsa legalità, troppe stazioni appaltanti inefficienti, modesta attenzione per la qualità dei progetti, massimi ribassi e massimi aumenti dei costi in corso di opera, gare opache, scarsa efficienza dei controlli pubblici, partenariato pubblico-privato da migliorare, contenzioso giurisdizionale da contenere... .

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