Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
2 aprile 2015
Giuseppe Latour e Massimo Frontera
Graziano Delrio è il nuovo ministro delle Infrastrutture. Ha giurato da ministro salendo al Quirinale insieme al premier Matteo Renzi alle 20. Renzi aveva ufficializzato l'indicazione di Delrio al vertice del dicastero di Porta Pia nel corso del Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, in cui Franco Gabrielli è stato nominato nuovo prefetto di Roma.
Stamattina, Delrio, nel corso di una conferenza stampa all'Istituto per il credito sportivo, ha parlato già da responsabile del dicastero di Porta Pia. E spiega come sia importante ritornare all'approccio cavalcato dal Governo Renzi sin dall'inizio: le piccole opere diffuse sul territorio.
«Progetti come quello dell'Ics (destinato alle palestre delle scuole) dimostrano che le opere non sono grandi o piccole in assoluto. Ci sono, invece, opere utili perché sono funzionali per la comunità", ha detto Delrio. Questa idea va nella linea già percorsa dall'esecutivo Renzi con il suo progetto sulle scuole. "Gli investimenti in palestre – ha proseguito -, così come gli investimenti che il Governo ha fatto nelle scuole danno il senso di quanto sia importante che i luoghi pubblici siano dignitosi e funzionali per i cittadini".
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Delrio alle Infrastrutture: quattro missioni per segnare discontinuità e rilancio
Il nuovo ministro deve caratterizzare subito la sua azione su questione morale, questione morale, selezione delle opere realmente utili, rilancio di una politica per le città e riforma degli appalti
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
3 aprile 2015
Giorgio Santilli e servizi di Massimo Frontera e Giuseppe Latour
Discontinuità (e rilancio) fin dal primo minuto è la missione di Graziano Delrio su almeno quattro fronti: questione morale, selezione delle opere realmente utili, rilancio di una politica per le città e riforma degli appalti.
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Ci sono poi altre discontinuità quasi inevitabili per l'ex sindaco Delrio, punta di lancia - insieme al premier - del "partito dei sindaci" oggi al governo: vanno rilanciate le politiche per la città, almeno su due fronti decisivi per le sfide dei prossimi anni, quello della riqualificazione urbana e della mobilità. Sappiamo dai dati del Cresme che in questi anni, pur nella crisi del mercato, c'è stato uno spostamento colossale del business edilizio dal "nuovo" al riuso. Il successo degli incentivi dei bonus per i lavori in casa ne sono un'evidenza ma la realtà va ben oltre: ormai il "recupero" è quasi il 70% della produzione edilizia. Questa tendenza va contrastata? Al contrario, va incoraggiata, sostenuta con nuovi strumenti politici. Non solo perché emergono nuove priorità politiche largamente condivise come lo stop al consumo del suolo o la sostenibilità ambientale ed energetica di edifici e porzioni urbane. Soprattutto perché questo boom risponde a forti tendenze di mercato.
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