Il Sole 24Ore
5 febbraio 2015
Sara Monaci

 

Sarà un bando a quattro “fasi”. Ovvero: quattro progetti che potrebbero convivere e integrarsi fra loro. Per metà una città della scienza; una parte lasciata agli uffici pubblici dell’Agenzia del territorio; un’altra parte (circa 100mila metri quadrati) in cui potrebbero essere trasferite alcune strutture dell’università Statale, se il rettore confermerà l’interesse manifestato dal cda due giorni fa; un’altra parte dedicata a “Nexpo”, il parco tecnologico lanciato da Assolombarda. 

Su questo impianto sta lavorando il consiglio di amministrazione di Arexpo, la società proprietaria delle aree su cui da maggio a ottobre 2015 sorgerà l’Expo, e che dovranno essere poi vendute e riutilizzate sulla base di alcune linee guida che gli enti locali, in particolare il Comune di Milano, hanno tracciato. 

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Prima di tutto si dovrà rispettare l’impegno di tenere il 57% verde, cioè senza cemento, mentre la maggior parte di quel milione di metri quadrati dovrà essere dedicata ad un progetto di recupero che ha a che vedere con i temi dell’esposizione universale. 

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