Corriere della Sera - La Nuvola del Lavoro
10 dicembre 2014
Giada Messetti

 

La parola “architetto” evoca subito grandi nomi, eppure è di pochi giorni fa la dichiarazione del presidente dell’Ordine Leopoldo Freyrie che ne ha parlato come dei “nuovi poveri”. E quelli che stanno peggio sono i giovani.

«Arrabbiato come una biscia», si definisce Andrea, vicentino di 33 anni, laureatosi  con 110 e lode nel 2006. «Ho completato gli studi in 5 anni. Pensavo che entrare nel mondo del lavoro presto fosse un vantaggio».

E’ uno dei tanti giovani architetti italiani di cui un’indagine del Cresme ha fotografato la condizione: dopo più di 5 anni di professione ha ancora uno stipendio attorno ai 1200 €. E può ritenersi fortunato, visto che il 30% dei coetanei risulta disoccupato.

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