edilportale.com
24 novembre 2014
Rossella Calabrese
L'eccesso di leggi in Italia "causa corruzione" perché "ci si avvale della complessità del procedimento per intervenire a facilitarlo chiedendo qualcosa in cambio". Con l'Expo e lo Sblocca Italia "siamo arrivati al paradosso: per raggiungere un obiettivo si è dovuto fare un DL per dire che le leggi non si rispettassero. C'è qualcosa che non va".
Così il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in una lectio magistralis sulla corruzione tenuta qualche giorno nella Scuola Nazionale dell'Amministrazione.
"Il mondo degli appalti pubblici - ha detto Squitieri - è tra i più regolati dalla legge e le opere non partono per i troppi ricorsi e le sospensive, attuati perché non si riesce a rispettare tutto il pacchetto enorme di leggi".
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"Facciamo nostro l'allarme lanciato dal Presidente della Corte dei Conti" - ha commentato il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
"Per il mercato dei lavori pubblici - ha proseguito il Cnappc - serve una legge che, recependo la nuova direttiva comunitaria in materia di appalti, punti proprio alla semplificazione ed alla trasparenza, ad una ulteriore apertura, alla valorizzazione delle capacità professionali ed al rilancio dell'istituto del concorso, quale elemento prioritario di selezione dei progetti per la realizzazione di qualità, così come avviene nella gran parte dei Paesi europei".
"La semplificazione - secondo il Cnappc - non deve, però, diventare mai un boomerang che si ritorce contro la legalità. Ci lasciano, infatti, alquanto perplessi le norme dello Sblocca Italia che, avendo proprio come fine lo snellimento burocratico, alzano a 5,2 milioni di euro l'importo degli appalti per i quali non è necessaria una gara".
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